il Bach Festival I
Domenica 22 aprile si inaugura il Bach Festival I (il II seguirà il prossimo anno) nel Salone dell’Organo del Conservatorio G. Verdi a Como.
Si terranno tanti concerti e masterclass, eseguiti da organisti di diverse nazionalità.
Il tema del Festival é: “Johann Sebastian Bach: Opera Omnia per organo”; un Festival prestigioso che è stato realizzato dal Conservatorio di Como in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e l’Istituto di Alta Formazione Musicale.
Il maestro Enrico Viccardi, docente della classe di organo e di composizione organistica del Conservatorio G. Verdi di Como, ci racconta che l’arrivo, l’anno scorso, del nuovo organo Zanin, gli ha suscitato la voglia di orga
nizzare il festival e la proposta di attuarlo è stata proprio sua, con l’entusiastica accettazione e promozione anche da parte del direttore del Conservatorio, Bruno Raffaele Foti, tra l’altro organista di formazione, e ovviamente degli alunni che hanno deciso di partecipare attivamente al festival, decidendo di suonare in uno dei concerti previsti.
Cosa significa per Lei, maestro Viccardi, la musica di J. S. Bach?
La musica di Bach è tutto, è capolavoro, è bellezza che non smette mai di stupirci. La musica di J. S. Bach è la colonna portante della musica, è geniale, è come vedere un oggetto da diversi punti di vista, ma sempre nuovo. È un nutrimento per noi che suoniamo e uno stimolo a non smettere mai di pensare e da non suonare mai “di routine”. La musica di Bach non è mai banale e ogni volta si scopre qualcosa di nuovo.
La musica di Bach è, secondo Lei, matematica o emozioni?
Non è possibile non pensare a Bach ed insieme alla matematica. La musica di Bach è matematica ed emozioni, tutte e due le cose insieme, ma tutto in funzione dell’espressività e del testo letterario. E’ una cosa meravigliosa.
Sia Johann Sebastian Bach, sia tanti altri compositori barocchi, usavano la Tabula Mirifica. Questa era una tabella che rendeva un pochino più facile la vita ai compositori, che volevano scrivere canoni complicatissimi. La tabella si trovava all’interno del libro Musurgia Universalis, scritto dal gesuita tedesco Athanasius Kircher nel 1650. La tabella Mirifica dà una spiegazione kabalistica delle composizioni di J. S. Bach. Tabula Mirifica significa “tabella ammirabile”.
Anche nell’Orgelbűchlein Bach usa la simbologia della ghematria, cioè la tecnica kabalistica che attribuisce ad ogni lettera dell’alfabeto un numero. Per esempio il numero 14 corrisponde al nome Bach (B+A+C+H= 2+1+3+8= 14), che torna all’interno della raccolta 14 volte. Così ci sono tante simbologie e tanti esempi nella musica di Bach.
E’ difficilissimo comporre un’aria con le forme matematicamente perfette o con la regola aurea, invece Bach era capace di farlo. E’ questa la cosa che ci spiazza – dice il maestro Enrico Viccardi -. La sua musica non è mai banale, ogni volta si rivelano nuove scoperte; non è mai ripetitiva, sviluppa nuovi interessi. E’ così bello suonare Bach chiedendoci il perché delle cose.
Das Orgelbűchlein di J. S. Bach è la prima composizione nel programma del Festival, che tra l’altro Lei stesso suonerà. Si tratta di musica didattica?
Sì, ma ovviamente non solo didattica; non è strutturata in modo progressivo, da più facile a più difficile.
Nel periodo barocco l’organista era una figura a tutto tondo – spiega Enrico Viccardi – cioè era organista, compositore, esecutore e Bach scrive nell’ introduzione dell’Orgelbűchlein che vuole spiegare ai giovani organisti come poter trattare in mille modi la melodia di un corale.
Questi sono brani in teoria di uso pratico, sono preludi a corale, servono da introduzione a quello che poi verrà cantato. Bach illustra in questa raccolta una miriade di possibilità di elaborare il canto fermo della melodia del corale, per esempio il corale esposto in canone, all’ottava, alla quinta e canoni doppi.
Questi mille modi sono tutti finalizzati anche a sottolineare il testo del corale, il testo letterario, quindi il testo spirituale.
Poi l’Orgelbűchlein ha uno scopo didattico nell’uso del pedale: è la prima raccolta nella quale esplicitamente si indica il pedale “obbligato”, cioè ogni brano prevede l’utilizzo del pedale.
Questa è esclusivamente musica sacra pensata per la liturgia religiosa, oppure ci sono composizioni di carattere profano?
Tutta la musica di Bach è “sacra”.
I preludi a corale sono strutturati nell’ordine dell’anno liturgico; si tratta di musica didattica, ma assolutamente di musica sacra.
Nell’Orgelbűchlein, piccolo libro per organo, Bach aveva già scritto tantissimi titoli di corali, sempre nell’ordine dell’anno liturgico, prevedendo cioè 164 Preludi a Corale. Invece il compositore si è fermato a 45 preludi e questi non sono scritti consecutivamente: ci sono dei buchi; talvolta tra un corale e l’altro ce ne sono due o tre previsti, ma mai scritti, e la domanda è: <è un’opera incompiuta oppure è un’opera compiuta in sé?>
Il maestro Enrico Viccardi ci racconta che la scelta di Bach è probabilmente voluta, perché 45 è il numero dei libri dell’Antico Testamento. Invece in un’altra grande raccolta di Bach, la cosiddetta terza parte del Clavierűbung, ci sono 27 brani, come i libri del Nuovo Testamento.
Non può essere un caso e il maestro aggiunge ridendo: <Agatha Christie disse che un indizio è un indizio, ma due indizi sono una prova>.
Chi sono i maestri organisti che partecipano al festival?
Il festival è diviso in due anni; ci saranno colleghi che rappresentano diverse generazioni e diverse scuole organistiche.
Ci sarà Michael Radulescu, esperto della musica di J. S. Bach, che arriva da Vienna, Jean Claude Zehnder da Basilea, considerato il “padre” di molti dei più affermati organisti europei dell’ultima generazione. Verrà Roberto Fresco, l’organista titolare della Catedral de Santa Maria la Real de La Almudena di Madrid, e il giovane ma già famoso organista francese di 27 anni Benjamin Alard, gli organisti italiani come il fiorentino Stefano Innocenti, che ha fatto molte scoperte sulla musica italiana, Marco Ruggeri, docente al Conservatorio di Novara ed organista della Cappella Musicale della Cattedrale di Cremona, Alessio Corti, che ha registrato l’Opera Omnia per Organo di J. S. Bach in 17 CD, l’organista bolognese Umberto Forni, docente al Conservatorio di Verona, Maurizio Croci, professore di organo e clavicembalo presso la Musikhochschule di Friburgo e Francesco Di Lernia, docente del Conservatorio di Foggia .
Si tratta quindi di un’offerta di una rosa interpretativa bella e ampia e il direttore Bruno Raffaele Foti aggiunge: <Un Festival con nomi importanti di cui siamo orgogliosi>.
La sorpresa sarà di sentire l’organo ogni volta in maniera diversa, ognuno userà lo strumento secondo la propria sensibilità e la propria sensibilità acustica. Scopriremo tutte le volte un organo diverso.
Bach ha scritto le sue musiche per organo sulla base del proprio strumento.
Come è la musica per organo di J. S. Bach eseguita sull’organo Zanin del Conservatorio di Como?
L’organo Zanin è costruito per questo Conservatorio di Como e in un conservatorio si studia tanta musica. Questo strumento ha caratteristiche tedesche, italiane e anche caratteristiche un po’ romantiche francesi, però è uno strumento con un’ottima fattura.
La musica di Bach ci sta assolutamente e rende benissimo.
C’è interesse da parte dei giovani per lo studio dello strumento?
Assolutamente sì; la classe del Conservatorio di Como è piena – risponde Viccardi -.
Anzi per fortuna anche nel corso pre-accademico tutti gli iscritti sono ammessi. Se non ci fosse questa possibilità del corso pre-accademico, non ci sarebbero stati posti nella mia classe.
Si sono sia maschi che femmine che seguono i corsi per organo e il più giovane ha 11 anni. Non ci sono degli stranieri nella classe d’organo.
Maestro ci conferma che il modo di vivere la musica di Bach, di sentire Bach al nord delle Alpi e al sud delle Alpi è molto diverso?
In generale c’è una grande differenza di vivere la musica liturgica. Senza cattiveria ma con tanta sincerità questo è anche colpa dell’ignoranza di certi preti. Quello che non si sa e non si conosce, non si può offrire agli altri.
C’è una scuola d’organo in Europa che per Lei è un modello?
Ci sono tante scuole, specialmente perché lo strumento è talmente differenziato nelle varie epoche e nei vari stili nazionali, che la singola letteratura si deve suonare su un certo tipo di organo.
Nella classe della Hochschule di Stoccarda ci sono 4 organi diversi, ciascuno in uno stile differente; ma fuori dalle porte della Hochschule non ci sono strumenti storici veri. A Weimar ci sono meno organi nell’Accademia ma nei dintorni ci sono degli organi che risalgono al tempo di Bach.
Qui in Italia siamo fortunatamente circondati da tanti strumenti storici, molto diversi tra di loro e che sono molto diversi dallo strumento standard.
Il maestro Enrico Viccardi inaugurà il Festival domenica 22 aprile 2012 alle ore 17:30.
Il salone d’organo del Conservatorio di Como aprirà alle ore 17:00
Tutti i concerti sono ad ingresso libero con ritiro di tagliandi presso il Conservatorio di Como in Via Cadorna 4, a partire dal martedì che precede il concerto (dalle 10:00 alle 18:00).
La prenotazione dell’ingresso per i possessori di tagliandi è garantita fino a 10 minuti prima dell’inizio del concerto.
L’ingresso non sarà consentito a concerto iniziato.
Cécile Prakken
22 aprile 2012